Raccolte poetiche

Odi al Castello Giusso, 2005 Seconda parte

Odi al Castello Giusso Seconda parte
Raccolta di poesie, 2005


Odi al Castello Giusso Seconda parte

Un’acqua tra memorie
e racconti
sugli amori
e nel Mediterraneo

Un’acqua cambia
e torna da quel monte
sui crepuscoli
e sui pendî

poi
fiori…
fiori dappertutto
e più in là
una felce
come madre
protegge tutt’intorno
attenta ad ogni respiro

Un’acqua torna
ora per rimanere
alla sponda parla e un po’ bisbiglia
lì seduta stanca
sulla riva


Calabroni

Odi al Castello Giusso Seconda Parte

Volano i calabroni
e colgono incomprensioni
di un cielo che si è oscurato

Offrono alle nuvole
un viaggio
affinché si tolgano di mezzo

Si addolorano per un istante
troppo lungo per il loro volo

e l’attesa si dispiega
come un lenzuolo
pronto ad accogliere l’acquazzone

Un marinaio
dall’altra riva
apre le porte dell’anima e narra
reduce di segreti
ma le sponde non replicano

Odi al Castello Giusso Seconda Parte

Furtivi i gabbiani
compiono ampi giri
sono immersi
in un altro pensare

Parole di granito
scendono sulle onde
nascoste restano le lacrime
neanche le labbra
misurano quel dolore

Il mare sa
per questo non dorme
appena tace
perché i sospiri
lenti salgano
come preghiere
oltre il cielo

Ci sono stanze grandi
e questo alabastro
sfiora le mie mani

mi fermo
mi piace l’alabastro
mi ricorda la vita

Quanti anni nasconde
non rivela mai stanchezze

Mi ricorda un narrare
fra noi ed altri mondi

un desiderio di conoscere
che svolazza
come un canto

Odi al Castello Giusso Seconda Parte


Si racconta
che il Creatore
scorse nel Golfo di Napoli
un lembo di cielo
strappato da Lucifero
mentre cadeva nell’inferno

e così pianse

Lì caddero le sue lacrime
dove sta quella vite…

Ho visto che le parole
scendevano
in vasi di bucchero
e non ho fiatato
quando la fiamma
cominciava a fumare

Quante parole
sono state cotte
in questi vasi

impastate
tornavano odorose
Mi è sembrato
di vagare
tra le stradine
intorno al castello

mi sentivo suono
o parola
forse un volo

o un accenno di sguardo

Odi al Castello Giusso Seconda Parte

Ho vagato appena
per incontrare storie
e vele
senza ormeggi
i pensieri
hanno vagato oltre il mare

Strade e semi di parole
sono abbandonate
e non accennano altro
che persi giorni
andati via

Le barche vanno altrove
conoscono inchiostri
di mare e cielo
ma la durezza della terra
trafigge il piccolo seme
che lento muore…

Semi e strade di pensieri
scendono sulle fronti
di chi sta seduto sulla piazza
nascosto dietro un gioco
sorseggia una bevanda fresca

Odi al Castello Giusso Seconda Parte

Qualcuno ha perso qualcuno
una bambina fu anche rapita
è scritto sul volto
dietro quello sguardo
un velo di dolore
sta sempre fermo
sentinella del tempo
che trascorre

Che ne sai tu
mio giovane salice
di acque chete
che accarezzano appena le rive
di tranquilli richiami
di gabbiani
e libere donano al cielo
brezze di canti antichi
come quelli dei pescatori
richiami sempre nuovi
annunci di ritorni attesi
nel golfo di un mare
incantato in amori ritrovati

Fra questi raggi
di silenzi e attese
passano onde
e spole di pensieri

Si volge il tempo
oltre le radure
lì dove le strade
sembrano sottili

Le case come nuove
hanno i cancelli chiusi
sono tanti occhi assonnati

Pochi lavorano ancora
persi nei problemi del giorno caldo
operosi nelle faccende
come fanciulli intenti
in affari seri

Raggi di passi
di onde e di strade
di pensieri e voli
in questi cerchi di parole

Raggi di sole
generosi e allegri
passano onde
e spole di pensieri…
Eppur è tutto in – canto
lieve il sospiro
in alto plana
fra rondini
che tornano festose
e gabbiani che in
altre avventure
e nuovi incontri echeggiano

Qui sai
sempre qui noi
ci troviamo
ci guardiamo
in uno spazio
pur sempre e ancora
tutto nuovo


Avevo una poesia
da donare
senza carta né inchiostro
l’ho sussurrata
ad una goccia di cielo
e in un soffio di vento
l’ha portata via
fino a giù
per la roccia

lentamente se ne è andata
scoscesa dall’anima mia
sfiorando fiori
e tenui aridità
ha baciato il cuore del Vesuvio
e quello in un impeto d’amore
ha cantato

così si è commosso il mare…

Avremmo voluto dire
non è abbastanza
eppure molto è stato donato
anche per un solo istante
un giorno
una goccia di tempo
vissuta tra le mura
di un castello
e lo sguardo
meravigliato del mare

E mentre tu Francesco
cerchi di catturare
una immagine
e poi un’altra ancora
il castello Giusso
ti saluta
donando al tuo
cuore sempre innamorato
un sorriso nuovo
da portare con te…
Come è bella questa luna
con i capelli d’argento
la sua voce
questa sera canta
ed è soave
par contenta

Vado via mia cara amica
canta per me
un’altra canzone
una che fa proprio innamorare
e fa sognare anche le stelle

Come è bella questa luna
dal castello sembra d’oro
mi accompagna
nella notte
sulle note di un concerto

Vado via mia luna bella
prendi queste parole
e lasciale andare
spargile ovunque
come granelli nel cielo
o conchiglie sul fondo del mare

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4 Comments

  1. luciano says:

    carissimi saluti

  2. ciao e bravissima

  3. brava

  4. complimenti

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