Le storie di Tolomeo
Tolomeo e il paese dei palloncini, 2007
Un giorno, Tolomeo mentre svolazzava qua e là, andò a finire senza volerlo e senza accorgersene, su una tavola. Come era tutto strano e che colori erano mai quelli? C’erano alberelli lunghi con un ciuffo solo sulla testa. E una donna da un sorriso dolce che mescolava colori. Si sentiva un odore strano. Tolomeo non conosceva quell’odore. Ma non se ne preoccupò. Tutto sembrava strano e, allo stesso tempo, sicuro. Tolomeo aveva imparato la lingua degli uomini. Dalla sua grande quercia, da lassù aveva imparato moltissime cose. Più di qualsiasi ragazzo che va a scuola tutti i giorni. Si sa, le querce non possono essere abbattute e così Tolomeo sapeva che stava al sicuro in quella casa piena di foglie che toccava il cielo. Ma quel giorno era stato attratto, per magia, da un insolito richiamo. I colori. Tolomeo non aveva mai visto colori così belli creati da un essere umano.
A Cinzia piacevano tanto gli animali.
Era un’artista. Una che scriveva storie, poesie, dipingeva, componeva musiche.
Le storie di Tolomeo il grande
Era rimasto senza parole e anche Cinzia a dire il vero.
Un merlo, lì, vicino a lei che sembrava incuriosito e smarrito. Cinzia aveva impastato il colore per preparare il fondo del quadro. Si sa, un quadro senza un buon fondo, non può venire bene. Aveva preparato tutti i colori e i pennelli sul tavolo e la tavola stava sul cavalletto che attendeva. Le tavole sono di legno e il legno ha una sua anima. Sa parlare, il legno. Basta ascoltarlo. E ti dice anche cosa devi dipingere. Le tavole sono tutte diverse, uniche. Su quella tavola, Cinzia voleva dipingere un paese. Ma non un paese qualsiasi. E per farlo aveva dato onore a colori che spesso vengono messi in secondo ordine. Ma si sa, per l’arte non c’è un primo e un secondo ordine. I colori sono colori, sono carezze, sono emozioni che hanno una vita propria. Bisogna lasciarli andare, proprio come i sogni. I colori hanno le ali, sanno volare, camminare, vivere, piangere, sorridere e morire anche. Una morte che lascerà vivere il quadro per sempre. I colori sono il dono. Tutto questo, Tolomeo lo avvertiva senza una ragione. Forse era il sorriso di Cinzia che lo diceva.
Le storie di Tolomeo il grande
-Mi chiamo Cinzia. Non aver paura. Stai pure qui, se vuoi. Non ti toccherò.
Tolomeo rimase meravigliato da quella voce soave. Soave come i colori, bella come il suo cielo. Non aveva paura.
Ora poi, sapeva di non essersi sbagliato. Aveva sempre sognato l’amicizia con un essere umano. Aveva imparato che ci sono persone di cui puoi fidarti e altre che è bene tener lontane. Lo sapeva e basta. Anzi lo sentiva sulle penne, quando poteva fidarsi di qualcuno. E di Cinzia sapeva che poteva fidarsi fino a tutte le piume più nascoste.
-Questo è il primo fondo – spiegò Cinzia.
– E’ un bel colore. Non è un giallo, né un arancione e nemmeno un marrone chiaro- notò Tolomeo.
– Impasto i colori. Ne creo di nuovi. Li metto insieme e poi lascio che parlino da loro- spiegò ancora Cinzia.
Le storie di Tolomeo il grande
Tolomeo sembrava rapito. Non aveva mai visto lo studio di un artista.
Comprese che quegli alberelli col ciuffo erano pennelli. Quanti pennelli! Ma proprio tanti. Cinzia ne aveva addirittura più di qualcuno nelle tasche di un grembiule verde tutto colorato. Era colorato a chiazze, come le oasi nel deserto. Il bianco era predominante. E poi sfumature di tanti altri colori.
Ormai il fondo era pronto. Cinzia preparava polveri e pastelli.
– Vedi – disse a Tolomeo – molti pensano che i pastelli non siano degni di apparire su un quadro. Ma questi pastelli sono meravigliosi. Guardali.
Ad un certo punto, Cinzia prese un pennello. Prima di prenderlo lo aveva studiato, osservato con attenzione. Poi con un movimento sicuro aveva tracciato una collina.
– Oh- si meravigliò Tolomeo – E’ una collina, come quella che vedo dalla quercia. Anche tu sei andata sulla quercia? – chiese Tolomeo sempre più stupito.
Sulla sua quercia infatti non aveva mai visto quella donna.
– No, non sono mai salita sulla quercia. Ma sono salita con la fantasia, lì dove solo i semplici sanno andare. Non ho mai paura di andare dove la fantasia mi porta. So che quei viaggi sono unici e irripetibili.
-Qui c’è tanto silenzio – aggiunse Tolomeo.
– Aspetta e vedrai. Ti sorprenderai per tutti i suoni che ascolterai quando il lavoro sarà terminato- disse Cinzia.
Le storie di Tolomeo il grande
Intanto la collina aveva preso un colore più scuro rispetto al fondo. E cominciavano a vedersi le prime case. Tante case sbilenche. Eccone una e poi un’altra più in basso e un’altra in basso ancora. Case che sembravano muoversi. Case con curve e poi dritte come le matite e così via. Ad un certo punto, tutto si fece silenzio. Un silenzio sconosciuto. Cinzia si era allontanata dalla tavola. Si era fermata. Sembrava non esserci più. Non c’era. Ecco, non c’era e c’era allo stesso tempo. Difficile da spiegare. Tolomeo la vide nella tavola. Cinzia stava lì con tutti i suoi pennelli, tutta sporca di colore. Cinzia era piccola piccola, era diventata una bambina. E così piccola stava dipingendo i palloncini. Sembrava che quei palloncini le nascessero dalle mani. Che bei palloncini. Partivano dalla collina come gli steli dei fiori e poi andavano su, seguendo i movimenti delle case. C’erano quarantadue case. Tolomeo le aveva contate. E dodici palloncini.
– Dodici palloncini, guarda, Cinzia, ci sono dodici palloncini- si estasiò Tolomeo.
– Vieni, Tolomeo, vieni anche tu qui con me e guarda il paese dei palloncini da dentro. Non rimanere fuori, vieni. Nei quadri ci si può entrare. Proprio come hai fatto tu, quando questa mattina sei passato da quella finestra. E’ una finestra su tutte le emozioni. Vieni, Tolomeo e mettiamo tanti fiori sulla collina.
Le storie di Tolomeo il grande
Tolomeo non poteva crederci. Entrare in un quadro. Si fidò delle parole della sua amica ed entrò. Non si fece male, anzi.
Che emozione! Incredibile sensazione. Le sue penne erano di tutti i colori del quadro. E quanti fiori erano nati su quella collina. Collane di fiori e poi fiori che si alzavano nel cielo.
– Tolomeo, guarda lassù, ci sono tanti uccellini che sono tornati. E’ primavera, Tolomeo. Nel paese dei palloncini è sempre festa. La festa della vita, mio caro amico.
Tolomeo era sbalordito. Quella tavola sembrava la sua casa.
– Lo facciamo ancora? – chiese Tolomeo. Aveva paura che tutto ciò svanisse per incanto, per quello stesso incanto con cui era cominciato.
– No, Tolomeo. Non possiamo. Non ripeto mai lo stesso lavoro. Ogni quadro è unico. Ma tu puoi venire quando vuoi. Ogni volta che vuoi e puoi entrare nel quadro sempre. Non devi chiederlo a me. Il paese dei palloncini è per tutti, proprio tutti. Quindi anche per te.
Poi, Cinzia e Tolomeo uscirono dalla tavola e si ritrovarono nella stanza. Cinzia stava seduta su uno sgabello e Tolomeo stava fermo vicino alla finestra.
Ad un certo punto, quando tutto sembrava finito, Tolomeo sentì la voce dei palloncini. Quei palloncini cantavano. Era vero, ogni cosa aveva voce. Quel quadro era vivo, viveva. I colori consumati, finiti, erano diventati vivi per sempre.
Abbi cura di te
Emily
Leggo sempre i tuoi racconti e mai mi stanco
Un saluto
Federico Francia
Sei gentilissimo e grazie di cuore: Un saluto a te Federico
Emily
Sai che davvero ho visto una tua mostra di pittura? Quella che hai fatto ad Anticoli
Sei una vera artista!
Grazie Piera sei gentilissima
Un saluto e abbi cura di te
Emily
Bravissima
Brava
Grazie Zelinda, un saluto
Emily
Grazie Melania
Un saluto
Emily
Bel sito davvero
Grazie Clelia e benvenuta
Emily
Bel racconto. Ho visto che ce ne sono altri di questo tipo. Brava
Rolando, ti ringrazio per il commento. Sì, ce ne sono diversi
Un caro saluto
Emily
Bello anche il blog mi piace
Grazie Boni per il commento
Abbi cura di te
Emily
Un bel sito
Grazie Susanna un saluto
Emily
Ciao bello questo blog
Grazie Pat per il commento
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Emily
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Grazie Clara, un saluto
Emily
Seguo…con interesse
Grazie Salvo un saluto
Emily
Assolutamente un bel sito
Grazie di cuore Simone
Saluti
Emily
Molto bene
Grazie Visy
Un caro saluto
Emily
Grazie per la segnalazione del racconto e del sito. Complimenti
Grazie a te carissmo Corvo
Un saluto
Emily
Menomale che ogni tanto su internet si trova qualcosa di bello
Complimenti
Virgilio Bianchini
Grazie Virgilio, gentilissimo
Saluti
Emily
Complimenti!
Posso mandarle alcuni racconti che ho scritto per avere un confronto?
Mi farebbe piacere. Con stima
Vincenzo Alberti
Salve Vincenzo, certamente
Saluti
Emily
Bei racconti e belle poesie
Ogni tanto passo da qui e mi ci fermo
Grazie Fabrizio un saluto
Emily
Molto bello
Ciao Collins grazie
Emily
Ciao Emily come stai
Sempre brava
Ale
Ciao Alessandro va tutto molto bene e tu?
Grazie di cuore e un caro saluto
Emily
Assolutamente un bel sito
Grazie Fabiola
Un saluto e abbi cura di te
Emily
Mi piace questo racconto e anche il blog, brava
Grazie Nilla per il commento
Un caro saluto
Emily
Molto brava
Ciao Renato e grazie
Ebbi cura di te
Emily
Bello questo blog
Grazie Gina e abbi cura di te
Emily
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Ciao Giuly grazie
Emily
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Grazie Paolino
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Emily
Bravissima
Grazie Rosaria
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Emily
Bravissima bello il racconto
Ciao Imma e grazie per il commento
Abbi cura di te
Emily
Brava per il racconto e per il blog
Ciao Flo grazie
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Emily
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Emily
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Emily
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Emily
Senti scommetto che Tolomeo esiste davvero conoscendoti credo di non sbagliare….ciao
Esiste davvero hai indovinato
Grazie per il commento, Paolo, e benvenuto
Emily