Poesie e Racconti di Natale, Racconti per bambini

Il per-dono. Racconto di Natale, 2016

Il per-dono

Racconto di Natale, 2016

Molti, moltissimi anni fa, in un villaggio del nord Italia, viveva un ragazzo molto timido, con una certa difficoltà nel parlare. Il suo nome era Filomeno.
In quel paesino di montagna, tutti sapevano cantare, ma di Filomeno dicevano che era stonato come una campana.
Per vergogna, il ragazzo cominciò a parlare sempre meno e a non cantare più. Però, nella sua testa c’era una musica che mai aveva udito. Anche per questo, si convinse di essere strano davvero tanto che alla fine, preferì la solitudine: desiderava solo essere dimenticato, sparire.
Passò del tempo e nessuno si curò di lui.
Nel suo silenzio e nel suo isolamento, cominciò a costruire alcune campane.
Campane di tutti i tipi e di ogni grandezza.
Campane a carillon, in si bemolle, di bronzo fino.  Fondeva e fondeva: rame, stagno, alluminio, nichel…
Costruiva le anime alle campane con tutta la passione che aveva.
A volte, quando il lavoro era terminato e le campane suonavano, gli scendevano le lacrime e gli pareva che quell’opera non fosse uscita dalle sue mani.

Il per-dono

Con il tempo, era diventato un esperto della meccanica, disegnava il contrappeso, la ruota, il batacchio, le bocce, il ceppo, tutta la parte del sostegno, le maniglie, le corde, la tastiera, tiranti e perni. Insomma, ogni parte della campana era studiata e creata con cura, fino ai fregi.
Era arrivato dicembre e il freddo pungente non permetteva molto di uscire da casa, così Filomeno lavorava continuamente.
Al di fuori del villaggio, oltre i confini, le sue campane erano anche diventate famose. Però c’era un mistero: nessuno conosceva il costruttore di quelle meraviglie. Ormai si era creata una sorta di leggenda.
Come dicevo, il freddo era pungente e la temperatura era scesa così tanto che gli anziani non ricordavano un inverno tanto rigido.
Filomeno aveva sentito parlare di alcune famiglie che non avevano nemmeno di che scaldarsi.
Così, di nascosto, quando non costruiva campane, andava a raccogliere legna e la lasciava davanti alle porte delle persone più povere.
Una notte, fermandosi davanti ad una casa, sentì un bambino tossire. La mamma gli stava preparando qualcosa di caldo e le lacrime le inondavano il volto.

Madonnina, ti prego, salva il mio bambino. È piccolo, come il tuo bambino Gesù, ti prego, salvalo. È quasi Natale.

Il per-dono

Il campanaro si unì, nel silenzio e nel freddo della notte, a quella preghiera.
Tornò per lasciare la legna e qualcosa da mangiare, davanti a quella porta.
Molti parlavano di angeli che nella notte donavano un po’ di provvidenza. Perché si sa la provvidenza esiste. Certo nessuno pensava che un angelo in carne ed ossa si aggirasse davvero nel villaggio.
Poi, sì sapevano anche cantare ma erano anche un po’ diffidenti, invidiosi, pronti a prendersi in giro.
Comunque, non sta a noi giudicare. Torniamo ai fatti.
Una notte, Filomeno sentì il bambino dire:

Mamma, per Natale mi piacerebbe avere un regalo.

Cosa piccolo mio?

Vorrei sentire le campane suonare. Un concerto di campane.

Il per-dono

La donna credette che il suo bambino stesse delirando perché le campane della chiesa erano rotte da tanto tempo e il parroco non voleva comprarne di nuove. Infatti, pensava che tutto sommato, quella gente nemmeno se le meritasse.
Suo figlio delirava sicuramente e la febbre era alta.
Andò in cucina e pianse in silenzio.
Pensò  che suo figlio desiderava vedere gli angeli, andare in cielo, raggiungere il papà e il fratellino.
Che dolore!
Il campanaro tornò a casa. Quella notte non dormì.
Riunì tutte le campane che aveva e le sistemò.
Aspettò il 24 dicembre. Dopo la messa di mezzanotte, quando tutti ormai erano andati a dormire, in tutto il villaggio fino oltre le colline e i monti, risuonò una musica che nessuno aveva mai sentito.
Si accesero le luci di tutte le case, la gente uscì per le strade anche in pigiama e con un mantello, per coprirsi alla meglio.
Da dove veniva quel suono?
Allora era vero che c’erano gli angeli!
Sembrava che il cielo fosse sceso sulla terra.
Si cominciò a formare una processione di persone, come nell’annuncio dell’angelo ai pastori. Anche il vecchio prete uscì.
Alcuni, nel cammino, facevano domande ma sottovoce. La maggior parte delle persone camminava in silenzio. Pareva che stessero dentro una preghiera.
Anche la donna uscì con il suo bambino ben coperto e stretto tra le sue braccia. Pensò che i miracoli esistevano davvero.

Mamma, il concerto di Natale

Sì, figlio mio…

Il per-dono

Tutti andavano, rapiti da quella musica di campane.
Filomeno, finalmente, era riuscito a comporre la sua musica, quella che aveva in testa sin da bambino e, ne aveva fatto dono.
Non aveva tenuto nel cuore nessun rancore.
Anzi, grazie a quella sua apparente incapacità, aveva lavorato per anni ed era riuscito a comporre.
La più bella composizione musicale per campane che si fosse mai udita.
Quando tutto il villaggio e i villaggi oltre le colline e oltre le montagne arrivarono davanti alla casa del campanaro, non sto a dire la meraviglia.
A concerto terminato, il silenzio era ancora più profondo della notte stessa. Molte persone compresero che quel ragazzo che tanto avevano deriso perché stonato come le campane, le campane le sapeva far cantare. Fra di loro, viveva una persona eccezionale e nemmeno lo sapevano.
Lo abbracciarono, gli chiesero perdono.
Molta era la commozione.
Il campanaro, in realtà, aveva perdonato tutti da molto tempo ed era vissuto solo per quel concerto. Non c’era niente da perdonare, solo da per-donare: sì, donare il suo concerto di Natale.

Abbi cura di te
Emily

Potrebbe piacerti anche...

4 Comments

  1. Gigliola says:

    Bello il messaggio. Auguri di buone feste

  2. Davvero un bel racconto natalizio
    Tanti auguri
    Anna

  3. Che bel racconto. Buona serata
    Nina

  4. Bravissima

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *